Caso Lega-Russia: faccendieri da quattro soldi. Russiagate all’amatriciana, ovvero il nuovo gossip estivo.
I tre italiani (tutti indagati)
sono:
1) Gianluca Meranda, 49 anni, un vero avvocato di sedicenti affari
internazionali, in difficoltà con gli affari personali (sfrattato dallo studio
per morosità come ha scritto La Verità) che dice di rappresentare la banca
anglo-tedesca;
2)Francesco Vannucci, 62, ex
bancario e sindacalista in pensione che si è riciclato con risultati
altalenanti, a livello provinciale, come sedicente esperto (anzi: advisor) di
finanza;
3)Gianluca Savoini, 55 anni,
folgorato sulla via di Mosca, selfie made man con Putin in sottofondo, legatissimo
a Matteo Salvini e ancor di più a Claudio D’Amico, il geometra ex deputato
nello staff del vice premier come esperto di strategie internazionali.
«Euro-IB è una Banca
d’Investimenti e Corporate Finance — dice il sito — Il nostro management ha
alle spalle un’esperienza con banche internazionali». Il loro bilancio è però
desolatamente striminzito, non certificato, in perdita, con un capitale sociale
di 241 mila sterline e Lloyds Bank ha in pegno una parte del patrimonio a
fronte di un piccolo prestito erogato il 13 maggio scorso. Pochi affari e tre
uffici: Londra, Francoforte e Roma. Dove a Roma? Nello studio (ex dopo lo
sfratto) di Meranda. Il telefono è lo stesso.
Che cosa colpisce di questo
quadro? Il livello (anzi: lo standing). La posta in gioco (e le cifre)
suggerirebbero la presenza di negoziatori di ben altra caratura, per quanto
spregiudicati, e di professionisti della finanza altrettanto qualificati e
disinvolti. Invece sembrano faccendieri da quattro soldi. (estratto dal corriere della sera del 20 luglio 2019)
Il caso Savoini è diventato, come
prevedibile, un nuovo mezzo per stigmatizzare le relazioni politiche della Lega
con la Russia e per screditare le politiche del governo. Le dichiarazioni di
Salvini contro le sanzioni alla Russia e la politica di amicizia fra i due
Stati sono infatti mal viste da una parte della politica e del mainstream
italiano appiattiti su una visione a priori antirussa.
A pagare lo scotto di una
politica di amicizia fra i due Paesi sono stati, come noto, anche Berlusconi e
Prodi, accusati nell'occasione di essere troppo vicini alla Russia e quindi di
allontanarsi dal ferreo atlantismo propugnato dai loro detrattori.
Alla fine questo Russiagate
all'amatriciana è sostanzialmente un boomerang che si rivolgerà contro quelli
che oggi lo cavalcano strumentalmente per ribadire la propria fedeltà
incondizionata alla NATO. (Estratto da Sputnik da un articolo di Tatiana Santi)
www.russiaaffari.blog
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