RUSSIA, MADE IN ITALY IN RIPRESA LA CREATIVITA' BATTE LE SANZIONI - SONO ALMENO 300 LE IMPRESE ITALIANE CON PRESENZA FISSA, E ALTRE 400 CON PERSONALE ITALIANO CHE FANNO ATTIVITÀ COMMERCIALE.
RUSSIA, MADE IN ITALY IN RIPRESA LA CREATIVITA' BATTE LE SANZIONI
- Luisa Barone e Vittorio Torrembini, ai
vertici del Gruppo imprenditori italiani a Mosca: «Le opportunità ci sono.
Bisogna saperle cogliere.
Abbiamo 100 imprese italiane che producono qui, con 75 mila
addetti» E SONO ALMENO 300 LE IMPRESE
ITALIANE CON PRESENZA FISSA, E ALTRE 400
CON PERSONALE ITALIANO CHE FANNO ATTIVITÀ COMMERCIALE.
Sì, a Mosca c'è ancora posto per fare impresa, per operare, per
produrre e per imporsi sul mercato.
(estratto di un articolo di
Fernando Mezzetti pubblicato sul mensile Economy)
La Russia, pur sotto sanzioni
euroatlantiche per l'Ucraina, si rivela efficace stimolo per la creatività
italiana: in questo caso applicata non alla produzione ma
soprattutto al marketing in un ambiente appesantito da difficoltà estranee
all'economia.
Dopo due anni disastrosi per le
nostre esportazioni verso la Russia, il 2017 si chiude con un bilancio
incoraggiante per noi: ci si avvicina
infatti al recupero totale delle
posizioni precedenti le misure punitive
adottate dall'Unione Europea nella
primavera 2014 contro Mosca. All'embargo decretato dall'Europa
ha corrisposto un contro embargo
stabilito da Mosca per alcuni settori, in primis l'agroalimentare: gli scambi
commerciali tra Russia e Europa ne sono stati sconvolti, con effetti diversi
nei vari paesi dell'Unione .
Ma almeno per quanto ci riguarda,
dopo il primo choc, i nostri operatori dalle
piccole e medie
imprese alle grandi hanno saputo affrontare le nuove situazioni,
riuscendo a limitare gli effetti negativi delle tensioni politiche.
Sì, a Mosca c'è ancora posto per
fare impresa, per opera re, per produrre e per imporsi sul mercato.
Gli italiani, presso i
consumatori, sono favoriti soprattutto da un
fattore: l'enorme simpatia, per alcuni aspetti perfino amore, dei russi
verso l'Italia, mai venuto meno anche nei momenti più aspri della guerra
fredda.
La prova più evidente è nel
traffico aereo: Aeroflot ha 3 voli al giorno Mosca-Mi lano e 3 Mosca-Roma.
Altre compagnie low cost volano su altri
scali italiani , per un to tale
di una decina
di voli al giorno tra
Ita li a e Russia.
L'Italia è al secondo posto tra i
partner commerciali della Russia, dopo la Germania, e al sesto posto tra gli
esportatori europei verso la Russia.
Il nostro export nel 2014, quando
l'effetto delle sanzioni non si era ancora pienamente dispiegato,
è stato di 9.503 milioni di euro; nel
2015 è crolla to a 7.093 milioni; nel 2016, è precipitato a 6.720. il
2017 è l'anno della ripresa: nei soli primi sei mesi, da gennaio a giugno
compre si, è arrivato a 4.557 milioni.
Nell'insieme, il nostro export è
salito del 39%; ogni giorno esportiamo verso la Russia per 20
milioni di euro. I settori in maggior recupero sono stati l'agro-alimentare,
con un aumento del 39,9 %, chimico-farmaceutico, con 32,2 %, i mezzi di
trasporto, con 53,5 %, e la moda, col 32,6 %.
Sono dati incoraggianti, ma che
considerando altri Paesi lasciano vedere molte opportunità di crescita ancora
da cogliere: l'export francese è salito del 57,2%, quello tedesco del
53,7". Dicono Luisa Barone e Vittorio Torrembini, presidente e vice presi
dente del GIM, il Gruppo imprenditori italiani a Mosca, a cui aderiscono decine
di piccole e medie imprese: «Lo slancio dell'export è dovuto in buona parte a
fattori contingenti in primo luogo la
stabilizzazione del cambio del rublo, ottenuta con saggia politica monetaria, e
non con fallaci atti d'imperio; gli importatori avevano esaurito le
scorte; e poi, la campagna di rinnovo di
macchinari e impianti, promossa dalle direttive del Cremlino di produrre in
casa invece che importa re.
«Non si può parlare solo di
export per la presenza italiana», dicono Barone e Torrembini, «Bisogna
considerare anche imprese italiane che producono per il mercato interno, non
per esportare in Italia e altrove, e
quelle che sono venute qui come sub-fornitori, al seguito di grandi multinazionali
con cui già operano in Italia. E' il caso di Procter & Gamble, che ha
voluto a San Pietroburgo lo stesso
fornitore che ha in Italia.
Abbiamo 100 imprese italiane che
svolgono attività produttiva in Russia, con 75 mila di pendenti e un fatturato
di 8 miliardi di euro. A parte queste, sono almeno 300 le imprese italiane con
presenza fissa, e altre 400 con ufficio e personale italiano che svolgono
attività commerciale.
Le opportunità ci sono. Bisogna saperle cogliere».
Considerando l'Unione doganale
fra la Russia e le ex repubbliche sovietiche del centro Asia,
Mosca è anche un punto di ingresso
in mercati più ampi.
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