Gli affari con la Russia "vanno a gonfie vele" nonostante le sanzioni antirusse alle quali Parigi e Belgrado si "oppongono".
Il presidente ceco Milos Zeman ha dichiarato che durante la sua visita
in Russia firmerà 13 accordi per un importo totale di 20 miliardi di dollari.
"Per quanto riguarda gli accordi, 10 saranno firmati a Mosca e 3 a
Ekaterinburg. L'importo totale di tali accordi ammonta a 20 miliardi di dollari
americani", ha detto Zeman a margine delle trattative con il presidente
russo Vladimir Putin.
Dopo l'introduzione delle
sanzioni UE contro Mosca, le posizioni delle imprese della Repubblica Ceca nel
mercato russo sono state prese dalle società di Cina ed altri Paesi; la visita
in Russia dal 20 al 24 novembre del presidente Milos Zeman con una delegazione
di 130 imprenditori dovrebbe facilitare il recupero dei contatti tradizionali.
Lo ha dichiarato a RIA Novosti
Jaroslav Hanak, capo della delegazione economica e presidente dell'associazione
imprenditori dell'industria manifatturiera e dei trasporti della Repubblica
Ceca.
"Sono stato di recente in un
importante fiera meccanica ad Ekaterinburg. Lì ho capito quanto pesantemente
abbiano influenzato le sanzioni antirusse occidentali sull'attività delle
imprese ceche. La maggior parte della fiera era dedicata alla cooperazione
russo-cinese. Tra gli oggetti esposti c'erano tram e locomotive che, confesso,
somigliavano molto alla nostra produzione", ha detto Hanak.
"D'altra parte, sono
completamente d'accordo con il nostro presidente Milos Zeman, che ha ripetutamente
affermato che qualsiasi tipo di sanzione o embargo non porta al raggiungimento
dell'obiettivo prefissato e sicuramente non contribuisce allo sviluppo del
commercio", ha sottolineato Hanak.
Investitori stranieri ignorano rischi
geopolitici e comprano i titoli di stato russi
I titoli di stato russi vengono
acquistati dagli stranieri come il pane appena sfornato: gli investitori non
temono nemmeno le misure di ritorsione americane per condurre transazioni
banche di uno "Stato sotto sanzioni".
A settembre, i non residenti
hanno ripreso ad investire nei titoli di stato russi dopo la pausa estiva, ha
riferito oggi la Banca di Russia (Banca Centrale Russa, ndr).
A settembre gli investimenti
ammontavano a 149 miliardi di rubli (circa 2 miliardi di euro), il 10% in più
rispetto ad agosto e quasi 6 volte superiori rispetto al mese di luglio.
Nel corso del trimestre gli
stranieri hanno investito 312 miliardi di rubli (poco oltre 4 miliardi di euro)
nei titoli di stato del ministero delle Finanze, ovvero il 75% della somma
totale che il governo ha collocato nel mercato (423 miliardi di rubli).
Il 1° novembre gli investitori
stranieri detenevano 2,2 trilioni di rubli del debito pubblico russo (oltre 25
miliardi di euro).
Parigi e Belgrado si oppongono a sanzioni
antirusse
Il
rappresentante speciale del governo della Francia per la Russia, Jean-Pierre
Chevènement e il Ministro degli esteri della Serbia Ivica Dačić hanno
dichiarato come negli ultimi tempi Parigi e Belgrado si oppongano alle sanzioni
contro la Russia.
Chevènement
commentando le nuove sanzioni antirusse del settore energetico e militare, ha
dichiarato che la Francia le ritiene illegali. A detta del diplomatico, queste
limitazioni mettono in dubbio la politica energetica UE, e danneggiano le relazioni
internazionali.
Chevènement
ha sottolineato che la Francia attende dei chiarimenti da parte degli USA per
quanto riguarda i risultati che Washington vuole ottenere con le sanzioni. Ha
inoltre ricordato che le sanzioni non influenzano solo la sfera delle relazioni
tra Parigi e Mosca.
Inoltre
alle sanzioni si oppone anche il Ministro degli esteri della Serbia, Ivica
Dačić. Ha osservato che Belgrado "desidera al più presto l'annullamento
delle sanzioni contro la Russia". Il diplomatico ha sottolineato ce la
Serbia vuole mantenere con la Russia delle "relazioni amichevoli e di
collaborazione" nella politica, nell'economia, nella scienza, nella
cultura, nell'istruzione e anche in ambito della difesa e della sicurezza.
Ivica
Dačić ha assicurato che la "Serbia perseguirà con determinazione la
propria politica", dunque non sosterrà le sanzioni. Ha dichiarato che
Belgrado già oggi affronta le conseguenze di tali decisioni. "La Serbia
vuole entrare nell'UE, ma non andremo mai contro i nostri interessi nazionali e
non imporremo mai le sanzioni contro la Russia" ha concluso.
In
precedenza, il vice ministro delle finanze degli Stati Uniti, Sigal Mandelker
ha dichiarato che l'agenzia sta lavorando per inasprire le sanzioni contro la
Russia. Il 31 ottobre il Ministero delle finanze USA ha specificato la
formulazione delle sanzioni imposte all'industria petrolifera della Federazione
Russa, tra cui anche delle nuove misure adottate dal Congresso nel mese di
luglio. Così, i funzionari hanno imposto un divieto alle società statunitensi
di avviare nuovi progetti petroliferi in qualsiasi paese, se in essi prendono
parte società russe sotto sanzioni. ( estratti da Sputnik)
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