l’Italia in Crimea a causa delle sanzioni ha le mani legate..….Sono sanzioni ingiuste, irrazionali….Tante chiacchiere e pochi fatti…….
Il consigliere
della Regione Veneto Stefano Valdegamberi: l’Italia in Crimea a causa delle
sanzioni ha le mani legate.
Sono sanzioni
ingiuste, irrazionali….
Prima dicevano:
quando cambierà il governo italiano toglieremo le sanzioni, ora dicono quando
cambierà il governo europeo.. questa questione viene sempre rimandata in
avanti.
Tante
chiacchiere e pochi fatti a livello di impegni ben precisi che sono stati presi
e non vengono mantenuti.
(ndr) Vero caro
consigliere Valdegamberi ma è altrettanto vero che le strade per la
cooperazione ci sono e si possono percorrere…..se c’è volontà imprenditoriale
del fare…..
perché se
aspettate che i politicanti italiani risolvano la questione nonostante i vari
proclami...e una maglietta con la scritta " no alle sanzioni" stiamo
freschi!!
La regione è in
crescita, in sviluppo; e lo si vede dai numerosi cantieri aperti e dalle gru di
costruzione.
Questo,
nonostante le sanzioni che rendono difficilissima la possibilità, sul posto,
sia di cooperazione, sia d’investimento, che di presenza di operatori
stranieri.
- Ho visto
cantine nuove, stanno sviluppando il settore della produzione vinicola, in
aeroporto ad esempio c’era un’esposizione di vini locali di qualità.
So che ci sono
ingenti investimenti nella realizzazione di grandi vigneti. Ovviamente c’è
molto interesse da parte delle aziende italiane e venete a cooperare, noi siamo
leader mondiali in questo settore, ma finché applichiamo le sanzioni alla
Crimea, sono limitate le possibilità d’investimento e di business dei nostri
imprenditori italiani ed anche europei.
Sono sanzioni
ingiuste, irrazionali che non solo danneggiano la Crimea, ma danneggiano anche
noi nella misura in cui i nostri imprenditori non riescono ad agganciarsi a
questi business, per lavorare e per svilupparli assieme ai russi.
Ho ricevuto
richieste nel settore della nautica per la città di Sebastopoli: costruzione di
Yacht, imbarcazioni.
Sto lavorando
alla partnership tra imprese italiane e imprese locali: collaborazioni tecniche
e di supporto, manutenzione meccanica, allestimento d’interni per imbarcazioni
d’elite, rimessaggio...
L’esperienza
italiana, il nostro know-how in questo settore sono molto graditi, apprezzati,
ma tutto dovrebbe essere fatto di nascosto e questo è assurdo; potremmo creare
lavoro, dare anche impulso all’economia italiana.
L’Italia in
Crimea potrebbe giocare un ruolo importante non solo nel settore enologico e
nautico ma anche nel turismo, e nell’agricoltura in generale, ma a causa delle
sanzioni ha le mani legate.
Nessuno
ufficialmente può avere rapporti economici e commerciali con la Crimea.
Il governo
attuale come scritto nel suo programma di governo aveva promesso di togliere
queste sanzioni, ma per ben due volte sono state rinnovate, quindi anche noi
(italiani) siamo complici non solo di questi danni economici, ma anche della
violazione dei diritti umani dei cittadini della Crimea, che nemmeno riescono
ad ottenere i visti per uscire dal loro Paese, sono reclusi nel loro Paese.
Prima dicevano:
quando cambierà il governo italiano toglieremo le sanzioni, ora dicono quando
cambierà il governo europeo.. questa questione viene sempre rimandata in
avanti.
Alla fine mi
sembra: tante chiacchiere e pochi fatti a livello di impegni ben precisi che
sono stati presi e non vengono mantenuti. Ogni volta c’è una scusante: prima
doveva cambiare il governo italiano, poi quello europee e poi?
Dovrà forse
cambiare la NATO? l’universo?.. e poi saremo ancora qua discutere se levare le
sanzioni. ( estratto da un’intervista di
Sputnik al consigliere della regione Veneto Stefano Valdegamberi )
(ndr) Tutto molto vero caro consigliere
Valdegamberi ma è altrettanto vero che le strade per la cooperazione ci sono e
si possono percorrere con società giuridiche russe costituite da italiani a
Mosca, che poi possono lavorare con le imprese di Crimea......perché se
aspettate che i politicanti italiani risolvano la questione nonostante i vari
proclami...e una maglietta con la scritta " no alle sanzioni" stiamo
freschi!!
Non è questione
di un volo più lungo o più corto, o di conti correnti e cellulari.... ma di
volontà imprenditoriale del fare: se c'è le strade si trovano e gli ostacoli si
superano...forse fra i tanti discorsi e giuste indignazioni ciò che è carente
in Italia è la vera imprenditorialità: molti imprenditori attendono che sia lo
Stato a muoversi, con supporti economici, creando fondi per l'imprenditoria,
missioni, finanziamenti, fondi perduti, bandi, ecc. ( che spesso non finiscono
proprio nel supportare l'internazionalizzazione)....essere imprenditori
significa intraprendere, fare e rischiare....forse se i molti imprenditori si
muovessero prima della politica anche la politica sarebbe costretta a fare
qualcosa, non crede?
www.russiaaffari.blog
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