"Finanza creativa: arma di distruzione di massa? Sanzioni USA, “una scusa per indebolire l’economia Russa” ….. …che ha un minimo debito pubblico e buone prospettive future.
"Finanza creativa": arma di
distruzione di massa? Sanzioni USA, “una
scusa per indebolire l’economia Russa” ….. …che ha un minimo debito pubblico e buone prospettive future.
Viene da chiedersi: cosa sta
succedendo nella finanza mondiale? (
Estratto da un articolo di Giulietto Chiesa)
Secondo un rapporto della ESMA
(European Security and Markets Authority) il solo mercato dei derivati
"europei" vale 453 trilioni di €, cioè 453 mila miliardi. Il calcolo
è stato effettuato sulle transazioni effettivamente avvenute in base ai sistemi
dell'EMIR (European Market Infrastructure Regulation).
Il PIL mondiale del 2008
veniva calcolato attorno ai 54 trilioni di $. Quello dei derivati mondiali
"over the counter" era di 684 trilioni. Fatti un po' di calcoli
all'ingrosso, tenendo conto dell'aumento del PIL mondiale e della cifra dei
derivati europei qui esplicitata, sembra di poter dire che la cifra dei
derivati mondiali al 2016 supera i 1000 trilioni di $. (un milione di miliardi). Erano, nel 2008, all'incirca 14 volte il
PIL mondiale. Ancora una volta a occhio e croce, si può ipotizzare che siano
oggi non meno di 20 volte il PIL mondiale.
Siamo di fronte a un gigantesco "mercato ombra" composto
da contratti tra privati di cui non solo è impossibile stabilire l'esatto
ammontare, ma neanche quale sia il ruolo dei cosiddetti investitori
istituzionali (società di intermediazione finanziaria che raccolgono i risparmi
dei privati per investirli prevalentemente nelle imprese quotate in borsa).
Cioè un mercato di cui si sa poco o niente, ma che influisce sui destini della
finanza mondiale praticamente sfuggendo a ogni controllo. perfino Warren Buffet, uno dei maggiori
finanzieri del mondo, arrivò a definire i derivati come "gli equivalenti
finanziari delle armi di distruzione di massa",
Viene in mente il discorso che
Franklin Delano Roosevelt fece al Congresso degli Stati Uniti il 29 aprile
1938: "la prima verità è che la libertà di una democrazia non è salda se
il popolo tollera la crescita d'un poter privato al punto che esso diventa più
forte dello stesso stato democratico. Questo, in essenza, è fascismo — un
governo posseduto da un individuo, un gruppo, o qualsiasi altro potere privato
capace di controllarlo".
Per non parlare poi dei Corporate bond che come scrive Paolo Raimondi:
la bolla dei corporate bond è una seria minaccia al sistema economico e
finanziario mondiale. Forse è peggiore di quella dei famigerati mutui subprime
e delle ipoteche immobiliari del 2008, in quanto ha abbondantemente superato i
30 trilioni di dollari. Il dato più
preoccupante però è che nel settore corporate il tasso debiti/ ricavi, il
famoso leverage, è il più alto degli ultimi 12 anni.
In Italia i corporate bond ammonterebbero a circa 1.200 miliardi di
euro, il doppio del livello raggiunto nel 2007. In Europa si è secondi solo
alla Germania che ha un'economia più forte.
Si tratta, come è noto, di prestiti obbligazionari emessi dalle società
per cercare finanziamenti. Il ricorso
al mercato dei capitali è indubbiamente una strada importante e positiva se
imboccata con grande attenzione. Purtroppo, però, come in molte altre
situazioni economiche e finanziarie, l'abuso e la mancanza di oculatezza
possono portare a dei disastri.
Secondo uno studio dell'Institute of International Finance, negli Usa e
in Europa il 97% dei fondi resi disponibili per le imprese dai corporate bond
sarebbe usato per operazioni di "ingegneria finanziaria" e soltanto
un misero 3% verrebbe impiegato per l'acquisto di macchinari o per altri
investimenti reali di lungo termine. E'
una palese distorsione, una scelta di vera "finanza creativa" che ha
comportato soprattutto operazioni di fusioni e acquisizioni, di riacquisto di
quote azionarie e finanche di pagamento dei dividendi. Decisioni fatte solo per
migliorare le valutazioni di breve termine in borsa. Infatti a Wall Street
l'indice Dow Jones è passato da circa 12.000 punti del 2010 ai 21.000 di oggi!
Una crescita assolutamente ingiustificata rispetto all'andamento dell'economia
produttiva sottostante.
Il citato studio sottolinea inoltre che, nonostante il fatto che
l'attuale tasso di interesse sia inferiore all'1%, circa il 10% delle grandi
imprese americane non farebbe un profitto sufficiente a coprire i costi del
debito.
Ignorare tutto ciò, sottolinea Paolo Raimondi, consegnerebbe l'economia
e gli Stati a nuove e forse più drammatiche convulsioni sistemiche.
Mentre il livello del debito in Europa e negli Stati Uniti è quasi a
livello critico, ritiene l'ex ministro delle Finanze e direttore del consiglio
del Centro per le ricerche strategiche Alexey Kudrin. "Oggi si discute attivamente su quali
Paesi riusciranno a ripagare il proprio debito. L'Europa si sta avvicinando
alla linea rossa, gli Stati Uniti hanno già superato il punto critico. E' una
sfida importante", ha detto Kudrin durante la sessione plenaria del Forum
di Finanza a Mosca.
E allora si cerca di indebolire chi, in questo sciagurato scenario
finanziario, è in controtendenza per quanto riguarda il debito pubblico e l’assetto
finanziario, e ci s’inventa il “
pericolo russo”, le sanzioni, e ogni altra manovra per minarne l’economia che risulta essere solida e con le migliori
prospettive.
Infatti
il Ministro degli esteri russo Sergey Lavrov ha dichiarato che le
sanzioni USA hanno il fine di indebolire la Russia sui mercati delle armi e
dell’energia.
Lavrov lo ha comunicato durante un briefing nell'ambito dell'incontro
dei rappresentanti delle associazioni del business europeo in Russia. "Con la scusa della lotta alla minaccia
russa Washington non solo cerca di rattoppare la cosiddetta solidarietà atlantica,
ma anche di obbligare gli europei ad aumentare le spese per la difesa, far
avanzare le proprie ( degli USA) posizioni economiche ed energetiche in Europa,
spingerci fuori dai progetti congiunti con voi nel settore energetico…. A questo
mirano le ultime sanzioni imposte" ha ribadito Lavrov.
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